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LA PREGHIERA DELL’ALPINO

 

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai,
su ogni balza delle Alpi ove la provvidenza
ci ha posto a baluardo fedele delle nostre
contrade, noi, purificati dal dovere
pericolosamente compiuto,
eleviamo l'animo a Te, o Signore, che proteggi
le nostre mamme, le nostre spose,
i nostri figli e fratelli lontani, e
ci aiuti ad essere degni delle glorie
dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della
tormenta, dall'impeto della valanga,
fa che il nostro piede posi sicuro
sulle creste vertiginose, su le diritte pareti,
oltre i crepacci insidiosi,
rendi forti le nostre armi contro chiunque
minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera,
la nostra millenaria civiltà cristiana.
E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,
Tu che hai conosciuto e raccolto
ogni sofferenza e ogni sacrificio
di tutti gli Alpini caduti,
tu che conosci e raccogli ogni anelito
e ogni speranza
di tutti gli Alpini vivi ed in armi.
Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni
e ai nostri Gruppi.
Così sia.

LA MARCIA DEI COSCRITTI PIEMONTESI

CENNI STORICI

Canzone popolare di fine ‘800. Riscoperta nel 1982 dal maresciallo Sergio Bonessio - direttore della fanfara della Brigata Alpina Taurinense - è divenuta di fatto l’inno della Taurinense e, di conseguenza, degli alpini piemontesi.

La marcia descrive la partenza dei coscritti dal paese, in un clima festoso rovinato solo dalle lacrime d'invidia dei riformati che restano a casa congratulandosi a denti stretti. Coinvolgente, allegra e pure militaresca q.b., è semplicemente splendida. 

Fieuij partoma, senti' le fanfare
Con le trombe ch'a son-o d'antorn
Sensa gnògne 'mbrassé vostra mare
Peuj an marcia, al segnal dij tamborn

L'han d'invidia le lacrime a j'euj
Ij compagn ch'a na strènso la man
Sù, marcioma, cantoma, bei fieuj
Rataplan, rataplan, rataplan!

Difensor dla nostra tera
Gnun nemìs an fa tramblè
Sentinèle a la frontiera
Fior d'alpini e canonié

Gnun, ramì dla cera spàlia
Tribulà dal mal cadù
L'è 'l Piemont ch'a-i dà a l'Italia
Soa pi bela gioventù!

L'è 'l Piemont ch'a-i dà a l'Italia
Soa pi bela gioventù!

Gnun, d'Italia, desidera guèra
Nè massacri, nè séne d'oror
Son emblémi dla nostra Bandiera
La Speranza, la Fede, l'Amor

Ma col dì ch'a n'ariva 'd difènde
ò 'l bon drit, ò l'onor d'Italian
I l'avroma 'd coragi da vènde
Rataplan, rataplan, rataplan

Difensor dla nostra tera
Gnun nemìs an fa tramblè
Sentinèle a la frontiera
Fior d'alpini e canonié

Gnun, ramì dla cera spàlia
Tribulà dal mal cadù
L'è 'l Piemont ch'a-i dà a l'Italia
Soa pi bela gioventù!

L'è 'l Piemont ch'a-i dà a l'Italia
Soa pi bela gioventù! 

TRENTATRE 

Dai fidi tetti del villaggio i bravi alpini son partiti;
mostran la forza ed il coraggio della lor salda gioventù.

Sono dell’Alpe i bei cadetti, nella robusta giovinezza,
dai loro baldi e forti petti spira un’indomita fierezza. 

Oh, valore alpin, difendi sempre la frontiera,
e là sul confin tien sempre alta la bandiera.

Sentinella, all’erta per il suol nostro italiano,
dove amor sorride e più benigno irradia il sol. 

Là tra le selve ed i burroni, là tra le nebbie fredde e il gelo,

piantan con forza i lor picconi, le vie rendono più brevi.

E quando il sole brucia e scalda le cime e le profondità,
il fiero Alpino scruta e guarda, già pronto a dare il ‘Chi va là?’. 

Oh, valore alpin, difendi sempre la frontiera,
e là sul confin tien sempre alta la bandiera.

Sentinella, all’erta per il suol nostro italiano,
dove amor sorride e più benigno irradia il sol.

SUL CAPPELLO

Sul cappello che noi portiamo
c’è una lunga penna nera
che a noi serve da bandiera
su pei monti a guerreggiar.

Oilalà.

Su pei monti che noi saremo
coglieremo le stelle alpine
per donarle alle bambine,
farle piangere sospirar.

Oilalà.

Su pei monti che noi saremo
pianteremo l’accampamento,
brinderemo al Reggimento;
viva il Corpo degli Alpin.

Oilalà.

Su pei monti che noi saremo
pianteremo il tricolore;
o Trentino del mio cuore
ti verremo a liberar.

Oilalà.

Evviva evviva il Reggimento
evviva evviva il Corpo degli Alpin. 

MOTORIZZATI A PIE’

Il sedici settembre
nessuno l’aspettava
la cartolina rosa,
ci tocca di partir.

Ci tocca di partire
con la tristezza in cuor,
lasciando la morosa
con gli altri a far l’amor.

Da Udin siam partiti,
da Bari siam passati,
Durazzo siam sbarcati
in Grecia destinati.

Motorizzati a piè
la penna sul cappel,
lo zaino affardellato
l’Alpino è sempre quel.

Ma pur verrà quel dì
che canterem così:
finita questa naja
a casa divertì.

VA’ L’ALPIN

Va l’alpin su l’alte cime,
passa al volo lo sciator;
dorme sempre fra le brine,
sogna mamma e casolar.

Fra le rocce e fra i burroni
sempre lesto il suo cammin;
quando passa la montagna
pensa sempre al suo destin.

Pensa, alpin, al tuo destino:
c’è il ghiacciaio da passar,
mentre vai col cuor tranquillo,
la valanga può cascar.

Pensa, alpin, la tua casetta
se la rivedrai ancor;
c’è una bimba che ti aspetta
orgogliosa del tuo amor.

VA’ L’ALPIN

E’ un canto che si può considerare precursore degli spot pubblicitari dei nostri giorni tra retorica e realtà.
La vita dell’alpino in montagna è condensata in poche strofe, come un flash d’ immagini.
Ecco allora che l’alpino s’ arrampica fino alle più alte vette, poi sfreccia con gli sci sulla neve , quindi si riposa e sogna la casa e la mamma.
Ma la montagna comporta anche dei rischi : il pericolo delle rocce friabili ed i burroni, i ghiacciai da attraversare, le valanghe da evitare .
Solo il pensiero di qualcuno che aspetta a casa è il conforto che aiuta a superare ogni difficoltà.


Va l’alpin su l’alte cime,
passa al volo lo sciator;
dorme sempre fra le brine,
sogna mamma e casolar.

Fra le rocce e fra i burroni
sempre lesto il suo cammin;
quando passa la montagna
pensa sempre al suo destin.

Pensa, alpin, al tuo destino:
c’è il ghiacciaio da passar,
mentre vai col cuor tranquillo,
la valanga può cascar.

Pensa, alpin, la tua casetta
se la rivedrai ancor;
c’è una bimba che ti aspetta
orgogliosa del tuo amor.

LA MONTANARA 

La su per le montagne,
fra boschi e valli dor,
tra laspre rupi echeggia
un cantico damor.
La su per le montagne
fra boschi e valli d’or,
Tra l’aspre rupi echeggia
un cantico d’amor.

‘La montanara, oh!’
si sente cantare,
cantiam la montanara
 e chi non la sa?
La montanara oh
si sente cantare.
Cantiam la montanara
e chi non la sa.

Là sui monti
dai rivi dargento
una capanna cosparsa di fior.
Era la piccoladolce dimora
di Soreghina,
la figlia del Sol,
la figlia del Sol. 

SIGNORE DELLE CIME

Dio del cielo, signore delle cime
un nostro amico hai chiesto alla montagna
ma ti preghiamo,
ma ti preghiamo,
su nel paradiso, su nel paradiso, lascialo andare
per le tue montagne.
Santa Maria Signora della neve,
copri col bianco soffice mantello,
il nostro amico, il nostro fratello,
su nel paradiso, su nel paradiso, lascialo andare
per le tue montagne.

LA PENNA DELL'ALPINO 

Bersagliere ha cento penne,
ma l’alpin ne ha una sola;
un po’ più lunga,
un po’ più mora;
sol l’alpino la può portar.
Quando scende la notte buia
tutti dormono laggiù alla pieve
ma con la faccia giù nella neve
sol l’alpin là può dormir.
Su pei monti vien giù la neve
la tormenta dell’inverno
ma se venisse anche all’inferno
sol l’alpin riman lassù.
Se dall’alto dirupo cade
confortate i vostri cuori
perché se cade in mezzo ai fiori
non gli importa di morir.

QUEL MAZZOLIN DI FIORI 

Quel mazzolin di fiori
che vien dalla montagna
bada ben che non si bagna
chè lo voglio regalar,
bada ben che non si bagna
chè lo voglio regalar.
Lo voglio regalare
perchè l'è un bel mazzetto,
lo voglio dare al mio moretto
stasera quando vien,
lo voglio dare al mio moretto
stasera quando vien.
Stasera quando vien
gli fo una brutta cera;
e perchè Sabato di sera
lui non è vegnù da me,
e perchè Sabato di sera
lui non è vegnù da me.
Non l'è vegnù da me,
l'è andà dalla Rosina...
Perchè mi son poverina
mi fa pianger e sospirar,
perchè mi son poverina
mi fa pianger e sospirar.
Mi fa piangere e sospirare
sul letto dei lamenti
e che mai diran le genti,
cosa mai diran di me,
e che mai diran le genti,
cosa mai diran di me.
Diran che son tradita,
tradita nell'amore
e a me mi piange il cuore
e per sempre piangerà,
e a me mi piange il cuore
e per sempre piangerà.
Abbandonato il primo,
abbandonà il secondo,
abbandono tutto il mondo
e non mi marito più,
abbandono tutto il mondo
e non mi marito più.

LA MONTANARA 

La su per le montagne,
fra boschi e valli dor,
tra laspre rupi echeggia
un cantico damor.
La su per le montagne
fra boschi e valli d’or,
Tra l’aspre rupi echeggia
un cantico d’amor.

‘La montanara, oh!’
si sente cantare,
cantiam la montanara
 e chi non la sa?
La montanara oh
si sente cantare.
Cantiam la montanara
e chi non la sa.

Là sui monti
dai rivi dargento
una capanna cosparsa di fior.
Era la piccoladolce dimora
di Soreghina,
la figlia del Sol,
la figlia del Sol.